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La possibilità di guadagnare in Borsa è certamente allietante. Un comodo extra mensile unito alla possibilità di aguzzare la propria intelligenza fa chiaramente gola a tutti. Se a questo si unisce il fatto che oggi investire in Borsa è molto più semplice rispetto al passato, si comprende perchè in tanti decidono di scommettere sull’azionariato. Fatta questa premessa, operativamente parlando, come posso iniziare a investire nel mercato azionario? A questa domanda proveremo a dare una risposta in questa guida.

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Le informazioni che forniremo sono presentate con un linguaggio semplice. Il nostro interlocutore ideale è colui il quale, ha un pò di risparmi da parte e vuole investire in azioni. Purtroppo, però, la sua conoscenza della finanza è limitata al numero identificativo del titolo. Per questo motivo si è costretti ad iniziare dalla fondamenta. La domanda tipo che il nostro potenziale investitore si porrà, infatti, sarà allora cosa ho bisogno di sapere per investire in azioni?

Rispondere a questo interrogativo significa mettere subito in chiaro che l’investire in Borsa ha un’altra faccia della medaglia. E’ vero che tutti sono attratti dalla possibilità di guadagnare con le azioni ma non si deve dimenticare che è possibile anche perdere. La regola base da cui si deve partire è quindi questa: investire in azioni significa guadagnare ma anche perdere. Se si fa propria questa massima allora si è pronti a giocare in borsa. Se ci si lascia abbagliare solo dai guadagni allora no.

Imparare i termini base per investire

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La Borsa è un mondo con le sue regole e il suo significato. Se non si conoscono alcuni termini base, si avrà sempre difficoltà a capire come investire. Solitamente l’unico concetto che è noto a chi sceglie di investire in azioni, è il prezzo di un titolo. Semplificando all’osso, il nostro aspirante investitore ritiene che sia il prezzo di un titolo a dare la dimensione delle prospettive della società corrispondente. Per farla breve, se il prezzo dell’azione sale, la società allora è in salute. Viceversa se il prezzo dell’azione scende, allora la società non sta poi tanto bene. E’ ovvio che questa è una visione molto semplificata. Per correggerla è necessario introdurre una serie di concetti:

  • Numero azioni in circolazione: indica l’ammontare complessivo dei titoli in cui è diviso il capitale di quella società. Solitamente questo indicatore viene ritenuto quasi insignificante. E’ questo un grave errore. Solo considerando il numero di azioni in circolazione si possono calcolare altri parametri come: il rapporto di guadagni e l’utile per azione. Questi parametri servono a confrontare due titoli diversi.
  • Dividendi: sono il corrispettivo riconosciuto da una società ai propri azionisti. I dividendi possono essere in contanti o in nuove azioni. Solitamente una società decide di riconoscere un dividendo solo quando si è stabilizzata. I primi anni, quindi, è buona regola che gli investitori restino digiuni. Solo dopo, una volta terminati gli investimenti più importanti, si può parlare di cedole.
  • Utile per azione o EPS: con questo termine di indica quanto quella società guadagna per ogni singola azione posseduta. Dal punto di vista matematico, l’utile per azione è il rapporto tra utile netto e azioni in quel momento in circolazione.
  • Capitalizzazione di mercato: questo indicatore è definito come il rapporto tra il prezzo delle azioni e il numero dei titoli che sono in circolazione. Quanto più alta è la capitalizzazione di mercato di una società, tanto maggiore è il suo valore complessivo. In genere la classifica mondiale delle maggiori società per capitalizzazione vede ai primi posti colossi del calibro di Apple.
  • Price to Earnings Ratio P/E: è definito come il prezzo attuale di una società diviso per il suo EPS: Il rapporto P/E indica quello che gli investitori sono propensi a pagare per ogni dollaro di guadagni. Chi sceglie di investire in Borsa, utilizza il rapporto P / E come metrica per definire se e quanto una società è sopravvalutata o sottovalutata rispetto al paniere di riferimento o al settore specifico.

Come scegliere una società su cui investire in Borsa

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Le strategie per investire in Borsa sono tante e a diversa intensità. In linea di principio la maggior parte delle strategie rientra in due distinte tipologie: growth e value ossia crescita e valore. Un investitore attento avrà all’interno del suo portafoglio titoli selezionati in base ai due citati discriminanti.

L’approccio growth si basa sulla scelta di quei titoli, potenzialmente interessanti, ma che hanno, per ragioni diverse, un basso prezzo. In pratica si comprano i titoli quando hanno un prezzo contenuto per poi rivenderli subito nel momento in cui scatta l’aumento del valore. Per comprare basso e vendere alto è ovvio che si debbano avere quante più informazioni possibili sul quella azienda. Non sta scritto da nessuna parte, infatti, che per forza di cose il titolo che oggi vale poco, domani debba valere di più. Uno dei rischi della strategia growth è che il nostro titolo domani valga meno di oggi.

 

Cosa sono i titoli growth

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Come si fa a scegliere i titoli growth? Questa è la domanda che sempre si pone chi cerca la migliore strategia per investire in Borsa. Una risposta univoca non c’è ma è ovvio che si debba guardare ai fondamentali e agli appuntamenti in agenda per avere spunti operativi. Per trovare i titoli growth si dovrà guardare molto ai bilanci. Trimestrali e risultati di esercizio, però, da soli non bastano. E’ infatti necessario allargare l’orizzonte anche agli outlook e alle guidance nonchè all’andamento del settore. Per trovare i titoli growth, inoltre, non si dimentichi mai di guardare alle politiche sull’investimento.

Oltre alla mole di informazioni ci sono poi anche i calcoli matematici. Un titolo è growth quando il rapporto price earning (P/E) e il rapporto price book value P/BV (rapporto tra prezzo dell’azione e patrimonio netto per azione) sono alti.

Informazioni e calcoli matematici servono a trovare i titoli growth. Se si vuole iniziare a investire nel mercato azionario senza sbagliare, è bene ponderare e valutare molto bene le informazioni. Soprattutto se si sceglie di comprare le azioni Usa, infatti, non è raro incappare in bolle speculative. Titoli che sembrano essere growth, in realtà, si traducono in pesanti delusioni con conseguenti perdite. Un esempio, sotto questo punto di vista, è stato fornito da Groupon. Tanti investitori lo hanno ritenuto un titolo grovth sulla base di un’analisi inesatta, rimediando una perdita.

La strategia growth non è un Vangelo universalmente valido. Oltre al valore complessivo di una società, esistono altri modi per scegliere le azioni da comprare.

Cosa sono i titoli value

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I titoli value sono da preferire se l’economia del Paese di riferimento si sta avviando verso una fase di decellerazione. Ovviamente i segnali sulla possibile inversione dell’economia vanno colti per tempo. Quindi è consigliabile puntare sui titoli value se i dati macro lasciano intendere un peggioramento del trend generale.

Per riconoscere i titoli value si deve ricorrere, come nel caso dei titoli growth, al calcolo del rapporto price earning (P/E) e del rapporto price book value P/BV. In questo caso il titolo è value se entrambi gli indicatori restituiscono un risultato molto basso. Ci sono poi delle altre accortezze da seguire per individuare i titoli value. Solitamente queste azioni fanno riferimento a società che pagano alti dividendi. Si tratta di quotate molto affidabili che operano in settori saturi e hanno in mano una consistente quota di mercato.

Sulla possibilità che tali players decidano di consolidare la propria posizione si può mettere la mano sul fuoco. Ricorrendo ad un esempio, pensare che il colosso McDonald’s possa abbandonare il settore food è utopia pura. Le società che pagano dividendi consistenti sono ritenute a basso rischio e quindi appetibili soprattutto in un contesto economico non facile.

Investire in azioni value conviene in quanto al profitto garantito dal valore del titolo si somma sempre quello generato dal dividendo.

Azioni value o azioni growth

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Chi pensa di scegliere tra azioni value e azioni growth non ha ben idea di come si investe in Borsa. Porsi questa domanda, infatti, è completamente inesatto. Un portafoglio azionario completo, infatti, è quello in cui convivono sia titoli value che titoli growth. Le percentuali di coesistenza variano e chiaramente tutto non può essere ridotto a un 50% e 50%. L’asta, infatti, si sposta verso il value o il growth a seconda di considerazioni macroeconomiche. La vera strategia, quindi, sta nel cambiare le proporzioni dell’investimento a seconda delle mutate situazioni.

Questo discorso vale sia nel caso di investimento in Borsa tradizionale che nel caso del trading online. Per investire in azioni e guadagnare la diversificazione è quinti tutto.

Come comporre un portafoglio azionario

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Ci sono traders che ritengono che investire in azioni significhi puntare un solo titolo e con quello sperare di guadagnare. Gli analisti americani non hanno difficoltà nell’ammettere che un simile approccio determini quella che viene chiamata come “rovina finanziaria“. La possibilità di guadagnare in Borsa deriva unicamente dalla composizione di un portafoglio di titoli. Parallelamente la possibilità di guadagnare con il trading deriva dalla composizione di un portafoglio di CFD.

Nella composizione di un portafoglio si deve sempre partire da una sorta di postulato. Mai pensare di poter trovare un titolo che sicuramente e senza dubbio determinerà un guadagno. Le azioni sicure non esistono perchè anche le aziende sanissime possono perdere di valore.

Un altro mito da sfatare quando si tratta di comprare azioni è quello sul periodo dell’investimento. Investire nel breve periodo significa assumere molto più rischi di un investimento di lungo periodo. Al tempo stesso, però, detenere azioni o CFD per un lungo periodo non è certamente da tutti. Per questo motivo, è sempre meglio ripiegare sul breve termine se non si ha la forza psicologica per attendere un lungo periodo. Questo elemento spiega il successo del trading di CFD come metodo alternativo. Negoziare azioni attraverso il trading di CFD, infatti, consente di sfruttare la volatilità giornaliera e trarre il massimo profitto.

I titoli da inserire in un portafoglio azionario devono essere sempre valutati molto attentamente. Non parliamo solo della necessaria analisi fondamentale ma anche dello studio dei grafici. La quotazione di un’azione è fatta di corsi e figure ben precise che caratterizzano lo storico. Con questo non si vuole dire che per avanzare della previsioni su una quotazione basta riproporre quello che è avvenuto in passato. E’ però ovvio che lo storico sia di grande aiuto.

Di aiuto sono anche i consulenti. Il loro ausilio non è però disinteressato ma viene pagato con le commissioni dall’investitore o traders. Per questo motivo è sempre meglio fare da soli. Con l’avvento del trading di CFD si sono aperte grandi prospettive per investire in borsa e non solo.

Un solo consiglio ci sentiamo di dare su come investire in Borsa. Non è nostro ma del grande Warren Buffett. Esso recita così: “I try to buy stock in businesses that are so wonderful that an idiot can run them. Because sooner or later, one will“.

Investire in borsa per la prima volta

Investire per la prima volta

 

Le coordinate che abbiamo tracciato in questa guida su come iniziare  investire nel mercato azionario, sono inutili se non si passa subito alla pratica. Per mettersi alla prova come investitore si può pensare di partire da un ETF o da un fondo. Questi prodotti, essendo essenzialmente portafogli contenenti più assets, permettono di limitare la parte di selezione. Con gli ETF e i fondi si è già in presenza di azioni selezionate. Chiaramente da altri.

E’ ovvio che il processo di selezione degli assets che poi finiscono nei fondi non sia un’operazione di beneficenza. I fondi puntano certamente a fare guadagnare l’investitore ma il loro obiettivo primario è il profitto della corporation.

Se si alle prese con il primo investimento, una buona idea potrebbe essere quella di inserire un ETF all’interno di un portafoglio più vasto che include azioni e bond scelte direttamente. Una situazione simile porta al massimo della diversificazione.

Quando si decide di investire in azioni per la prima volta si deve anche essere a conoscenza dei canali attraverso i quali comprare titoli. Oggi i tempi in cui per comprare azioni ci si doveva rivolgere per forza alla propria banca sono passati. Si può infatti comporre un portafoglio di investimento usando semplicemente il proprio computer. I siti di home banking che permettono di creare un portafoglio di investimento sono tanti. Nella quasi totalità dei casi sono previste commissioni o comunque spese a carico dell’investitore. Per questo motivo è molto importante confrontare le varie proposte.

Fare trading online per la prima volta

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In questa guida su come iniziare ad investire sul mercato azionario, abbiamo preferito dividere il discorso borsa da quello relativo al trading di CFD. Le regole sull’approccio e sulla strategia da adottare sono praticamente identiche. Del resto i CFD altro non sono che uno strumento legato all’andamento di un sottostante come appunto un’azione. Legato significa che ne rispecchia l’andamento. In pratica se l’azione sale, allora anche il CFD legato a quell’azione aumenterà di prezzo.

Investire in CFD è più conveniente rispetto ad un investimento tradizionale. Non sono infatti previste tutte quelle spese normalmente dovute a titoli di commissione. Ma non si tratta solo di questo. Il trading di CFD, non determina l’acquisto fisico dell’azione e quindi il trader deve fare i conti con i doveri determinati dall’essere azionista.

Quelli che abbiamo brevemente elencato sono i vantaggi che si hanno dall’investire in Borsa attraverso il trading di CFD. Ci poi gli svantaggi o, per meglio dire, quelli che erroneamente si ritengono essere degli svantaggi. Molto spesso, infatti, si è diffidenti verso il trading di CFD poichè si ritiene che esso non sia sicuro. Questa obiezione non corrisponde a verità perchè tutte le piattaforme di trading che forniscono questi strumenti sono affidabili, legali e autorizzate. Il trading di CFD non è una truffa. Allo stesso tempo, però, esso non è neppure un gioco.

Pensare di approcciarsi al trading di CFD come se esso fosse ispirato dalla fortuna è un gravissimo errore. Come abbiamo avuto modo di affermare a proposito della borsa, se si pensa di fare trading confidando nella sorte, allora è meglio non aprire alcun conto.

Conto demo trading di CFD

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Prima di fare trading per la prima volta sarebbe opportuno prendere confidenza con gli strumenti che si hanno a disposizione. La situazione ideale sarebbe una sorta di periodo di prova durante il quale combinare la pratica e la teoria. Per provare a fare trading di CFD si può utilizzare il conto demo che ogni piattaforma mette a disposizione. Il conto demo ripropone tutte le stesse funzionalità previste dal conto reale ma con una importa differenza. Nel caso di profitto, non si guadagna in realtà nulla e nel caso di perdita essa è solo virtuale. Il conto demo oggi è assolutamente gratuito e può essere utilizzato senza alcun limite di tempo.

Il primo giorno di trading può essere dedicato proprio alla comparazione tra i vari conti demo disponibili. Per facilitare i nostri lettori, al termine di questa guida abbiamo inserito una tabella riassuntiva con le condizioni delle migliori piattaforme di trading. Da li è possibile partire prima di iniziare a investire in azioni concretamente.

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