Un inizio brillante per il 2025
Le azioni energetiche hanno registrato un aumento di oltre il 5% dall’inizio dell’anno, superando la perdita dell’1% dell’indice S&P 500.
È una svolta incoraggiante per il settore, dopo aver sottoperformato il mercato negli ultimi due anni. Tuttavia, gli analisti di Wall Street rimangono in gran parte pessimisti sul gruppo di azioni.
Le azioni energetiche hanno iniziato il 2025 in modo brillante, superando per la prima volta da anni la performance dell’S&P 500 dall’inizio dell’anno.
Crescita trainata dai prezzi del gas naturale
Il settore ha segnato un guadagno di oltre il 5% finora, trainato dalla crescita delle azioni legate al gas naturale, grazie alla ripresa dei prezzi dai minimi storici.
Questo aumento rende il settore dell’energia il migliore del 2025 fino a questo momento. Per confronto, l’indice di riferimento S&P 500 è in calo dell’1% dall’inizio dell’anno.
I guadagni del settore rappresentano una forte inversione di tendenza per l’industria. Le azioni energetiche hanno perso l’1,3% nel 2023 e hanno registrato solo un modesto guadagno del 5,7% l’anno scorso, mentre il mercato rialzista dell’S&P 500 continuava la sua corsa, aumentando quasi del 50% nei due anni.
Una forte ripresa nel 2025
Il forte anno del settore è stato trainato da una ripresa dei prezzi di petrolio e gas a seguito di un’ondata di freddo negli Stati Uniti, portando a grandi guadagni per azioni del gas naturale come Antero Resources ed EQT.
Le sanzioni incrementali dell’amministrazione Biden sull’industria petrolifera russa hanno inoltre contribuito al rialzo dei prezzi. Il Brent è aumentato del 4%, superando gli 80 dollari al barile venerdì scorso dopo l’ultimo blocco alle attività energetiche del paese.
Pessimismo tra gli analisti di Wall Street
Nonostante la ripresa, Wall Street rimane in gran parte pessimista sul settore.
Gli analisti di Bank of America segnalano che l’industria deve affrontare almeno ostacoli a breve e medio termine, poiché l’OPEC continua a rinviare l’aumento della produzione pianificato di 2 milioni di barili al giorno fino al 2025.
“Con l’OPEC che rimanda al 2025, restiamo cauti sui prezzi del petrolio a medio termine”, hanno scritto gli analisti in una nota venerdì, aggiungendo che non vedono alcuna possibilità che l’aumento della produzione avvenga senza portare i prezzi sotto i 60 dollari al barile.
Analisti di JPMorgan e Citi prevedono similmente un calo dei prezzi del Brent dagli attuali massimi a circa 70 dollari al barile in questo trimestre.
RBC Capital Markets, invece, ha declassato il settore da sovrappeso a peso di mercato la scorsa settimana, citando sfide persistenti legate ai flussi di fondi e alla debolezza delle tendenze di revisione degli utili.
“Nel contesto politico extra-USA, i nostri analisti hanno una valutazione tra le più pessimistiche per il settore energetico a livello globale,” hanno scritto gli analisti guidati dalla responsabile della strategia di ricerca azionaria statunitense Lori Calvasina in una nota.
Hanno aggiunto che politica energetica, produzione e sanzioni sono tra le principali questioni politiche extra-USA per i loro analisti, superando persino politica fiscale, regolamentazione e misure di stimolo della Cina.
Cauto ottimismo nel medio-lungo termine
BMO Capital Markets ha adottato un tono leggermente più ottimista sul settore, definendolo una “prospettiva in miglioramento, anche se incerta” in vista degli utili del quarto trimestre.
Gli analisti, guidati da Phillip Jungwirth, hanno affermato che il settore potrebbe beneficiare a medio-lungo termine della forte domanda per alimentare i data center legati all’intelligenza artificiale.
Anche le azioni legate all’energia nucleare hanno registrato un aumento grazie ai data center affamati di energia, con titoli come Constellation Energy e Vistra Corp che hanno ottenuto guadagni a doppia cifra.
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