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La Brexit è stata un terremoto per tutti i mercati occidentali. Al di là del recupero di ieri, il primo dal giorno del referendum inglese, il clima sulle borse resta decisamente improntato alla negatività. C’è però una differenza rispetto al venerdì nero della scorsa settimana. La prima reazione dei mercati alla notizia dell’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, infatti, è stata quasi stizzita con vendite che hanno colpito in modo indiscriminato tutti i titoli.

Brexit oggi

Non è stato un caso che alcuni analisti si siano spinti a dire che la Brexit ha dato l’impressione di avere la forza mandare in crisi tutto. La realtà sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea non è chiaramente questa. Già ieri, infatti, si sono avute indicazioni precise su quali azioni comprare e quali vendere con la Brexit.

Investire in azioni dopo la Brexit: i titoli da non comprare

buy sell

Gran Bretagna fuori dall’Europa e adesso cosa succede sull’azionario? E’ stata questa la domanda che si sono posti molti investitori già a partire da venerdì 24 giugno. I titoli su cui si sono accanite le vendite sono stati principalmente i bancari. L’addio del Regno Unito all’Europa ha fatto riemergere con assoluta evidenza tutte le questioni che gravano come macigni sul comparto bancario a partire dai crediti deteriorati. Sotto questo punto di vista, quindi, la Brexit è stata una occasione per riportare alla luce i nodi irrisolti.

Dopo due sedute da incubo, sulle banche è poi scattato il recupero che ha portato a ridimensionare la perdita complessiva. Nonostante il ritorno del verde, il clima sui bancari resta comunque molto teso. Per alcuni analisti, il crollo delle banche con la Brexit rappresenta un nuovo modo di agire della speculazione che non attacca più, come avveniva in passato, i debito sovrani ma i bancari del paese in difficoltà.

Tutte le azioni delle banche europee sono quindi in potenziale crisi anche se, è evidente che le banche inglesi siano quelle più nel mirino ma solo alla luce dell’incertezza che sta caratterizzando il dopo Brexit. I fattori che influenzano le azioni delle banche britanniche sono l’andamento della sterlina, i tempi dell’uscita della Gran Bretagna dall’Europa e la conseguente possibilità che i grandi colossi lascino la City per lidi più favorevoli.

Le azioni delle banche italiane sono ancora più turbolente di quelle british. Questo maggiore rischio deriva dalla possibile combinazione tra effetti del Brexit e problematiche di tipo prettamente domestico. Investire nelle banche, quindi, al di là del rimbalzo di queste ultime sedute, ha un elevato grado di rischio a causa della Brexit. Questo non significa, però, che non possano esserci guadagni interessanti ma occorre molta oculatezza.

Accanto ai titoli del settore bancario, poi, ci sono altre specifiche quotate che, in misura diversa, sono esposte in Gran Bretagna. Anche in questo caso sarà il tempo a dire quali società subiranno le conseguenze maggiori dell’uscita della Gran Bretagna dall’Europa. Nonostante quindi la situazione possa ancora subire evoluzioni di ogni tipo, passati i giorni acuti della crisi in borsa causata dalla Brexit, è possibile già individuare alcuni titoli decisamente in apprensione.

quotazione Yoox NAP

E’ questo il caso delle azioni Yoox Net a Porter. La quotazione Yoox NAP, infatti, ha subito un crollo nei due giorni dello psicodramma collettivo causato dalla Brexit, ma non è però riuscita a rimbalzare nei giorni successivi. Venendo ai numeri, Yoox NAP nella seduta del recupero di ieri 28 giugno, ha messo a segno un recupero di appena lo 0,2% mente il Ftse Mib ha chiuso la seduta avanti del 3,3%.

Anche oggi il trend sembra essere immutato. Yoox Net a Porter, infatti, sta avanzando dello 0,2% contro un paniere di riferimento ancora in recupero. Se si considera che nelle sedute successive alla Brexit, la quotazione Yoox ha perso 20 punti percentuali, si può dedurre che per le azioni Yoox non sia arrivato affatto il momento del rimbalzo. Da questo si evince che comprare azioni Yoox a seguito della Brexit implica certamente un alto rischio che potrebbe addirittura aumentare nei prossimi mesi. Ma a cosa è dovuto tutto questo? Come hanno messo in evidenza alcuni analisti, dopo la fusione con Net a Porter, la maggior parte del fatturato di Yoox si è spostata in Gran Bretagna e, a questo punto, il mercato sta temendo seriamente possibili ripercussioni sul futuro.

Discorso molto analogo vale per STMicroelectronics. In questo caso gli investitori alla ricerca delle azioni da comprare dopo la Brexit, hanno già un’analisi precisa. Gli esperti di Kepler Cheuvreux, infatti, hanno tagliato il target price sulla quotazione STM da 6 dollari e 5,6 euro. Tra i fattori alla base del downgrade di target price viene espressamente citata la Brexit. Nel report, infatti, si afferma che alla luce dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea si è resa necessaria una revisione del prezzo obiettivo di tutti i titoli del settore chips.

Le preoccupazioni di Kepler Cheuvreux hanno già trovato una sponda in quello che è stato l’andamento della quotazione STMicroelectronics sia nei due giorni terribili scatenati dalla Brexit che nelle ultime due sedute di recupero (compresa oggi).

Tra le altre azioni da maneggiare con cura causa della Brexit si può anche inserire la big Leonardo Finmeccanica che è quantomeno da guardare con molta prudenza. In questo caso il discorso è più ampio ma si può parlare sempre di un effetto dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

A spingere le vendite sulla quotazione Leonardo Finmeccanica, infatti, non è stata tanto la Brexit quanto la decisione del primo ministro Cameron di presentare le dimissioni a seguito dell’esito del referendum. Il premier conservatore, certamente intendeva utilizzare lo slogan Gran Bretagna fuori dall’Europa, per aumentare le sue pressioni su Bruxelles ma l’esito del referendum inglese lo ha colto di sorpresa. Per quanto riguarda Leonardo Finmeccanica il rischio è che con l’addio di Cameron le spese per la Difesa possano essere ridotte dal nuovo governo britannico.

Il rischio è consistente perché tra le conseguenze della Brexit ci sarà infatti la necessità di un maggiore intervento dello Stato inglese in ambito economico con spostamento di vari capitoli di spesa. Tutto questo non significa che non si debba investire su Finmeccannica perché gli effetti della Brexit, come affermato dall’ad Moretti, saranno impercettibili nel breve termine ma possibili nel lungo periodo.

Uscita Gran Bretagna dall’Europa: azioni da comprare dopo la Brexit

quotazione Enel

Le fasi più calde della crisi della borsa, smaltito il terrore iniziale, hanno visto alcune azioni riuscire a reggere alla notizia della Brexit. Mentre il cambio Euro Sterlina e il cambio Dollaro Sterlina hanno subito delle forti oscillazioni con la divisa britannica in forte calo, alcuni titoli a Piazza Affari hanno provato a resistere alle vendite. Questi titoli, non a caso, sono stati poi quelli che sono riusciti a risollevarsi meglio nelle successive sedute del recupero. Il movimento di queste azioni non è stato casuale.

Enel e Terna, solo per fare due esempi, escono senza grandi ripercussioni negative dalla crisi di borsa grazie alla loro natura di titoli difensivi. Le due utility, e con esse tutte le altre quotate delle stesso comparto, non solo non mostrano preoccupazione per la notizia dell’addio della Gran Bretagna all’Europa ma addirittura si rafforzano in scia alla tendenza del mercato a puntare sui titoli anticiclici in momenti di forte difficoltà.

Non siamo in presenza di un paradosso creato dalla Brexit ma della realtà. La Gran Bretagna è fuori dall’Europa, gli investitori scappano dalle azioni più sensibili e puntano sui titoli anticiclici. Il ragionamento alla base di questo meccanismo è naturale per chi sceglie di investire in azioni. La definizione di “difensivi” spiega perfettamente quello che è il ruolo di titoli come Enel o Terna il cui peso nei portafogli azionari degli investitori aumenta in presenza di condizioni di mercato certamente non favorevoli come è il caso di quelle attuali.

Accanto ai titoli difensivi, si sono poi messi in evidenza in queste sedute condizionate dalla Brexit i titoli del comparto oil ossia Eni e Saipem sopra a tutti. Queste azioni sono profondamente influenzate dall’andamento del prezzo del petrolio e quindi, la loro risalita, è immediatamente iniziata non appena l’oro nero non ha invertito il trend di marcia. Nei giorni della crisi della borsa, infatti, il calo del prezzo del petrolio e lo spostamento degli acquisti verso i beni rifugio come l’oro, ha chiaramente portato a vendere le azioni Eni e Saipem. A partire dalla ripartenza di ieri, però, l’atteggiamento degli investitori verso il settore oil è completamente cambiato. Le azioni legate al petrolio, quindi, non sono da escludere a priori anche in fasi di crisi acuta come è quella creata dalla Brexit.

 

Quali azioni comprare a luglio 2016 con la Brexit: conclusioni

CFD Enel

Contrariamente a quello che si può pensare la Brexit non è affatto la fine del mondo. Con l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa è certamente necessario ricalibrare il proprio portafoglio magari inserendo più titoli difensivi e accantonando alcune quotate.

E’ ovvio che i rischi maggiori sia nel breve che nel medio lungo termine siano corsi da chi sceglie di comprare azioni secondo i canali tradizionali. Rischi più contenuti e possibilità di guadagno sono invece immutate per chi sceglie di investire in azioni con il trading online. Sia nel caso del trading binario che nel caso in cui si scelga di comprare un CFD con sottostante un’azione è possibile neutralizzare gli effetti negativi della Brexit. Passato infatti il momento di crisi della borsa, il trader può tornare nuovamente a guadagnare in borsa da casa tramite le opzioni binarie e i contratti per differenza. Sotto suo punto di vista, infatti, la Brexit potrebbe anzi essere una occasione di profitto. Per iniziare a fare trading online sulle migliori azioni con la Brexit si possono confrontare le offerte dei broker sotto elencati.

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