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Mediobanca ha chiuso i conti del primo semestre dell’esercizio 2014-2015 con un peggioramento dell’utile netto, giustificato dai vertici del gruppo con i minori utili da cessioni di partecipazione. I numeri definitivi saranno presentati al patto di sindacato nella riunione di lunedì 16 febbraio.

Il gruppo Mediobanca ha terminato il primo semestre dell’esercizio 2014-2015 (ricordiamo che l’istituto chiude il bilancio il 30 giugno) con un utile netto di 260,6 milioni di euro, in calo rispetto ai 304,7 milioni registrati nello stesso periodo dell’esercizio scorso, tuttavia questo risultato è superiore alle attese degli analisti, che si aspettavano circa 250 milioni di euro.

In aumento, invece, i ricavi consolidati che, nel primo semestre 2014-2015 sono aumentati del 15,9 per cento e, che quindi, dono saliti da 875 milioni a 1.014 miliardi; tale crescita è da attribuire all’andamento positivo dell’attività bancaria che ha triplicato l’utile lordo. Il progresso è dovuto anche alla crescita degli impieghi della clientela corporate e di quella retail, con l’aumento, di conseguenza, del margine di interesse. È salito anche il margine di intermediazione dell’intero semestre: +16 per cento a 1,01 miliardi dai precedenti 875 milioni di euro.

Alla fine di dicembre 2014, gli impieghi erano in aumento a 31,85 miliardi di euro, mentre le attività deteriorate risultavano pari al 3,8 per cento del totale degli impieghi. Tuttavia, le disponibilità liquide, e quindi il portafoglio titoli e la tesoreria, risultano ridotte a 15,4 miliardi di euro dai precedenti 19,8 miliardi, pur raggiungendo gli obiettivi previsti dal piano industriale.

Alberto Nagel, l’amministratore delegato di Mediobanca, ha commentato i risultati del gruppo in modo positivo, dicendosi incoraggiato dall’andamento generale e soprattutto da quello delle attività bancarie.

I conti del primo semestre 2014-2015 hanno fatto bene al titolo Mediobanca, che ha iniziato la giornata a Piazza Affari con un rialzo dell’1,67% a 7,62 euro.

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