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Il 2014 non è decisamente l’anno migliore per Saipem; il gruppo ha presentato i conti dei primi nove mesi dell’anno e i risultati sono deludenti e ha dovuto rivedere al ribasso le stime sull’intero 2014. La reazione del titoli a Piazza Affari è stata immediata, dato che è stato sospeso per eccesso di ribasso.

Saipem ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con un utile netto in calo del 24,8% a 76 milioni di euro, sotto le attese del consenso a 90,6 milioni. I ricavi sono stati in rialzo solo dell’1,9% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno e, quindi, pari 3,509 miliardi di euro. L’ebit è calato più del previsto, ovvero del 28,9% a 150 milioni, così come l’ebitda, che è sceso de 14% a 337 milioni.

Nel corso del terzo trimestre Saipem ha acquisito nuovi ordini per un ammontare complessivo di 1856 milioni e il portafoglio ordini è pari a 22.562 milioni di euro. A fronte degli investimenti tecnici nel periodo; l’indebitamento finanziario netto al 30 settembre è aumentato ed è pari a 5.130 milioni di euro, 370 milioni in più rispetto a dicembre del 2013, ma è rimasto in linea ai numeri di fine giugno.

Il capitale circolante ha risentito dell’aumento dei pending revenues dovuti a contratti a bassa marginalità e, per quanto riguarda i crediti, il Venezuela continua a essere un’area critica. Pertanto, considerando il deterioramento delle condizioni di mercato e il rallentamento delle negoziazioni in corso per i contratti a bassa marginalità e i rispettivi pagamenti, il management di Saipem ha deciso di rivedere la guidance sul debito netto a 4,7 miliardi (prima era atteso tra 4,2 e 4,5 miliardi).

Gli effetti della trimestrale non si sono fatti attendere a Piazza Affari, dove il titolo è stato sospeso per eccesso di ribasso e poi riammesso alle contrattazioni, e anche gli analisti si dicono fortemente delusi dai risultanti dei conti trimestrali di Saipem.

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