Un secondo trimestre a dir poco da record: Abn Amro, celebre istituto di credito olandese, ha fatto registrare un utile netto in aumento di ben 86 punti percentuali nel periodo compreso tra aprile e giugno, una performance positiva certificata dai 600 milioni di euro in totale. È una segnale importante per la banca, costretta ad essere nazionalizzata nel corso della recente crisi finanziaria, e ora alle prese con il possibile e imminente ritorno in Borsa.
Il trimestre è stato uno dei migliori in assoluto, in particolare da quando si è cercato di tenere a bada l’indebitamento provocato dall’acquisizione di Abn nel 2007 (lo stesso anno in cui venne acquistata Antonveneta). Come è riuscita la banca di Amsterdam a raggiungere un risultato del genere? Gran parte del merito va ascritto senza dubbio all’aumento del risultato operativo e alla contemporanea riduzione delle rettifiche sui crediti (scese a 34 milioni, -90% per la precisione). La situazione patrimoniale, inoltre, viene considerata molto solida.
Gli azionisti potranno beneficiare di un dividendo pari al 40% di questo utile, con l’acconto della cedola che ammonta a 350 milioni di euro. Nel frattempo si stanno approntando gli ultimi dettagli al piano industriale, da avviare in un momento roseo per l’economia olandese. I vertici aziendali guardano dunque con ottimismo al 2016 e al 2017: la quotazione sta procedendo senza difficoltà e i risultati del secondo trimestre del 2015 sono la conferma di un “magic moment”.
Il ritorno in grande stile all’Euronext Amsterdam (la Borsa dei Paesi Bassi) dovrebbe avvenire non più tardi del quarto trimestre di quest’anno, dunque entro la fine del 2015. Si parla già del governo olandese che cederà una quota di partecipazione nel capitale di Abn Amro tra il 20 e il 30%. L’offerta pubblica iniziale è destinata a diventare una delle maggiori per quel che riguarda la piazza olandese, anche perché l’istituto di credito può vantare un valore contabile pari a 16 miliardi di euro.
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