La vicenda riguardante Cipro ha riportato il caos sui mercati finanziari globali e ha fatto riaffiorare nella mente dei risparmiatori timori sul destino dei loro investimenti e dei loro risparmi.
Nei giorni scorsi, ricordiamo, il governo di Cipro ha imposto la chiusura delle banche per ben tre giorni al fine di evitare una fuga di capitali, impedendo così di fatto ai cittadini di poter liberamente disporre dei loro soldi. La decisione è stata presa a fronte della condizione imposta dall’Unione europea, dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca centrale europea alla concessione di un pacchetto di aiuti da 10 miliardi di euro e consistente nell’introduzione di un prelievo forzoso sui conti correnti dei cittadini di Cipro con una tassazione dal 6% al 9,9%, a seconda dell’ammontare complessivo del deposito. Ieri, tuttavia, il parlamento di Cipro non ha approvato la tassa sui conti correnti, salvando i risparmi dei sui cittadini ma al contempo creando un serio rischio per la stabilità dell’Europa.
La maggior parte dei risparmiatori, dunque, si interroga oggi su come difendere i risparmi non solo da un eventuale prelievo forzoso che potrebbe essere imposto dall’Unione europea ma anche dall’eccessiva volatilità dei mercati finanziari e dal rischio contagio derivante dai problemi economici e finanziari di Cipro. A fronte di tali preoccupazioni, dunque, gli esperti de Il Sole 24 Ore hanno dispensato alcuni consigli e indicato i rischi delle diverse tipologie di investimenti e strumenti di risparmio.
– Investimenti azionari: i mercati azionari sono estremamente sensibili all’evoluzione della crisi finanziaria, pertanto notizie negative o comunque capaci di mettere a rischio la stabilità economica di un intero continente non sono ben accette. Chi decide di investire in azioni deve sempre tenere conto che la rivalutazione o anche solo la restituzione del capitale investito non è mai garantita, tuttavia a prescindere dal rischio proprio di questa tipologia di investimento, in periodi di eccessiva vulnerabilità è consigliato puntare sui settori azionari cosiddetti “difensivi” e non ciclici, come ad esempio quello delle bevande o quello farmaceutico.
– Investimenti in titoli di Stato e obbligazioni: chi investe in obbligazioni, sia governative che societarie, ha diritto oltre alla restituzione del capitale investito a scadenza anche ad una remunerazione a titolo di interesse, pertanto in tal caso nella scelta dell’investimento occorre valutare con attenzione il grado di affidabilità del Paese o della società emittente.
– Investimenti in fondi comuni: chi sceglie di investire affidando i propri soldi a società che si occupano della gestione dei risparmi deve riuscire a sfruttare al meglio l’opportunità di diversificazione offerta da questa tipologia di investimento, andando a selezionare prodotti e gestori che hanno dimostrato di saper offrire un valore aggiunto all’investitore nel corso del tempo. E’ quindi assolutamente indispensabile leggere con attenzione il prospetto informativo per capire dove il gestore investe.
– Investire nei conti deposito: i conti deposito sono considerati una tipologia di investimento non rischiosa e piuttosto proficua, in quanto sono garantiti dal Fondo interbancario di tutela dei depositi e con vincoli di pochi anni offrono rendimenti che possono arrivare a toccare il 5%. In questo caso potenziali rischi derivano da possibili modifiche alla tassazione degli investimenti, che potrebbero andare ad erodere parte dei guadagni, o da un default della banca presso la quale si hanno depositi oltre i 100.000 euro, in quanto la parte eccedente tale somma non è garantita dal Fondo.
– Conti correnti: il rischio in questo caso deriva, oltre che dalla mancata garanzia del Fondo per la parte di deposito eccedente i 100.000 euro in caso di default della banca, anche da un possibile prelievo forzoso sulla scia di quanto proposto a Cipro e di quanto già accaduto in Italia nel 1992, quando il governo Amato impose un prelievo forzoso del 6 per mille.
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