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I risparmiatori che intendono investire in BTPinvestire in BOT e in altri titoli di Stato italiani possono farlo anche presso gli uffici postali, che vista l’ampia richiesta di strumenti di risparmio, ancora oggi continuano a dare un senso di fiducia e di tranquillità ai risparmiatori italiani. Il fenomeno, rispetto al passato, non costituisce più una regola ma è ancora abbastanza diffuso.

In termini assoluti si può affermare che il numero di persone che comprano titoli di stato rivolgendosi allo sportello fisico delle Poste Italiane è in calo rispetto ai livelli raggiunti negli anni Novanta e che questa flessione è da imputare ad una serie di fattori differenti tra i quali citiamo: l’incremento  dell’online banking, la crisi economica e l’erosione del tasso di interesse garantito dai titoli di stato.

titoli di stato

Le tabelle dei rendimenti sono molto chiare a riguardo visto che la remunerazione di qualsiasi titolo di stato italiano ha raggiunto livelli così bassi che prestare soldi allo Stato (perché di questo si tratta essendo i bond governativi niente altro che prestiti obbligazionari) non conviene più.

Il calo del rendimento, comunque, è stato bilanciato dalla legislazione favorevole di cui godono i bond governativi. Il livello di tassazione dell’investimento in titoli di stato, infatti, è più basso rispetto a quello che viene applicato sugli altri titoli e in primo luogo sulle obbligazioni societarie. Sotto questo punto di vista investire in titoli di stato è certamente conveniente.

Quando comprare un titolo di stato

L’acquisto in titoli di stato, indipendentemente dal mezzo scelto, può avvenire in due distinte fasi. I bond, infatti, non si possono solo comprare in fase di asta ma anche successivamente poggiandosi su quella che è la quotazione del titolo al momento stesso dell’acquisto. In altre parole il prezzo da pagare in questi casi,  è quello che risulta dalla momentanea combinazione tra la domanda e l’offerta.

C’è una differenza sostanziale tra le due modalità di acquisto dei titoli di stato.  Se infatti l’acquisizione avviene in fase d’asta,  l’investitore non dovrà pagare quelle commissioni che invece sono previste nel caso in cui l’acquisto avvenga al di fuori di un collocamento del Tesoro ossia sul mercato secondario.

Una alternativa all’acquisto comunque fisico dei titoli di stato italiani è il CFD Trading.

Acquistare titoli di stato alle Poste: come procedere

Fatta questa precisazione, vediamo adesso come si comprano i titoli di stato rivolgendosi alle Poste. L’acquisto del bond può essere inserito sia nell’ambito di un’asta che al di fuori della stessa.

Le regole da seguire per comprare bond allo sportello postale sono le stesse degli acquisti presso le banche. Anche nel caso della sottoscrizione presso gli uffici postali, infatti, è necessario che il cliente abbia già provveduto o provveda ad aprire un deposito titoli, ovvero un conto collegato al suo conto corrente, ma distinto da questo, e sul quale è possibile gestire gli investimenti in strumenti finanziari, quindi non solo titoli di Stato ma anche obbligazioni societarie, azioni, ecc. L’iter da seguire, sotto questo punto di vista, quindi, è lo stesso di chi investe in azioni in modo tradizionale.

Btp e bot

Una volta aperto il deposito titoli, le modalità di acquisto dei titoli di Stato tramite l’intermediazione di Poste Italiane sono due. Il risparmiatore può recarsi fisicamente presso lo sportello dell’ufficio postale e acquistare obbligazioni governative mediante la compilazione e la sottoscrizione di apposito modulo di ordine fornito presso l’ufficio postale stesso oppure, in alternativa, qualora tale funzionalità sia stata attivata, può conferire ordini per via telematica, quindi comodamente dal proprio computer o tablet tramite l’utilizzo del servizio di home banking.

In entrambi i casi, una volta ricevuto l’ordine, Poste Italiane provvederà a rilasciare al cliente un’attestazione contenente le informazioni essenziali sulle modalità di esecuzione dell’ordine stesso e fornirà, su richiesta del cliente, informazioni circa lo stato di esecuzione. Nel caso in cui Poste Italiane non potrà procedere all’esecuzione dell’ordine, per qualunque motivo,  ne darà comunicazione al cliente. In tal caso l’ordine si intenderà automaticamente cancellato, ferma restando l’ipotesi dell’esecuzione parziale.

Quali titoli di stato si possono comprare alle Poste

Il cambio di abitudini degli italiani in tema di investimenti e di risparmio, lo si può comprendere andando a guardare a quello che è il grafico per tipologia dei bond governativi che vengono acquistati ogni anno dai nostri connazionali. Fino a pochi anni fa, grossomodo fino all’entrata in circolazione dell’Euro, il titolo di stato preferito dalle famiglie italiane era il BOT. La combinazione tra acquisto del Buono Ordinario del Tesoro e operazione condotta presso le Poste Italiane era una costante per molti italiani.

La preferenza del BOT rispetto agli altri titoli di stato non era causale. Gli alti rendimenti e il termine temporale stretto, infatti, facevano del BOT il titolo ideale per i piccoli risparmiatori. Le famiglie italiane, infatti, sono sempre state avvezze ad un tipo di investimento di medio breve periodo e il BOT, con la sua durata massima a 12 mesi, era perfetto per questo genere di concezione delle finanze personali.

tipi titoli di stato

Quei tempi sono venuti decisamente meno con l’avvento dell’Euro che ha miscelato le carte in tavola e oggi investire in BOT non porta più a quei rendimenti consistenti cui gli italiani si erano abituati. E’ per questo motivo, che l’investimento in titoli di stato ha cambiato direzione rivolgendosi verso i titoli di stato con cedola ossia BTp, CcTeu, BTpi, il nuovo BTp Italia e il BTp Futura (prima emissione luglio 2020).

Il BTp, in particolare, è molto ambito anche perché si presenta con scadenze molto diverse che possono arrivare fino a 30 anni. Il BTp prevede lo stacco della cedola ogni 6 mesi. In scia al BTP si colloca il  CcTeu (Certificati di credito del Tesoro) che lega il rendimento della cedola al tasso Euribor a cui va aggiunta poi una maggiorazione. La scadenza del CcTeu è di 7 mesi e quindi questo titolo di stato è ritagliato su misura per chi non è avvezzo agli investimenti di lungo periodo.

Ultimi arrivati nelle grande famiglia dei titoli di stato sono il BTpi, il BTp Italia e il BTp Futura. Il primo, poco conosciuto, segue le regole del normale BTp ma il rendimento legato all’inflazione europea mentre il secondo, lanciato da pochi anni, è legato all’inflazione italiana. Il BTp Italia ha preso nel cuore degli italiani il ruolo che fino a prima della fine dell’era della Lira aveva il BOT.

Rischi titoli di stato dal punto di vista dell’investitore

Sia nel caso in cui il titolo di stato venga comprato alle poste che nel caso in cui l’acquisto venga effettuato attraverso gli altri canali, l’investitore è esposto ad alcuni rischi che potremo definire come inevitabili ma che sono, comunque, facilmente gestibili. Intendiamoci. I rischi legati ad un investimento in titolo di stato sono molto più contenuti rispetto a quelli che si avrebbero nel caso in cui si decidesse di puntare sulle obbligazioni societarie, per restare all’obbligazionario, o sulle azioni e sulle materie prime, se si decidesse di ricorrere ad altre strade.

I titoli di stato, infatti, sono garantiti dal Tesoro ossia dallo Stato e la possibilità che uno Stato possa fallire ed essere insolvente sono molto remote soprattutto per sistemi solidi come quello italiano. Sotto questo punto di vista, quindi, si può affermare che chi investe in titoli di stato corre rischi molto più contenuti ed è stato per questo motivo che, restando al caso italiano, il BOT prima e il BTp, dopo sono diventati il rifugio del risparmio degli italiani.

Questo discorso, però, non toglie che anche i titoli di stato presentino dei rischi e quindi richiedano una certa accortezza in modo tale da puntare su un bond anzicchè su un altro. Il concetto di rischio in un titolo di stato è connesso con quello di duration ossia di durata dell’investimento. E’ ovvio che tanto più è lontana la scadenza (si arriva anche a 30 anni nel caso di un BTp trentennale) tanto più alto è il rischio e quindi tanto maggiore è il rendimento del titolo che viene garantito al risparmiatore. Di contro quanto più bassa è la duration, tanto più contenuto è il rendimento proprio perché il rischio si a ridurre rispetto alle lunghe scadenze.

La duration, a sua volta, è un concetto legato all’andamento dei tassi di interesse. Se i tassi salgono, il rendimento scende e, viceversa, se i tassi scendono allora il rendimento tende a salire. In concreto questo rapporto di traduce nella possibilità per l’investitore, di modificare la durata del portafoglio titoli aumentandola se i tassi sono in calo e procedendo con una riduzione laddove essi sono siano in aumento.

E’ chiaro che questo genere di discorso possa essere fatto nel caso in cui si ha a che fare con un investitore esperto e non con un investitore principiante o con un investitore che sia affiancato, nelle sue scelte, da un consulente.

trading bond

Diversificare l’investimento in titoli di stato in base alla duration

Uno dei consigli che si sentono spesso dare a chi sceglie di investire in bond, è quello di diversificare al massimo il suo portafoglio. La strategia della diversificazione è in effetti essenziale per mettersi al riparo dalla possibile volatilità che può riguardare anche i bond. Un possibile modo per attuare la diversificazione nel portafoglio obbligazionario può essere quello di inserire titolo di varia durata in modo tale da mettersi al riparo dalle fluttuazioni dei tassi di interesse che sono sempre in agguato.

Si può anche pensare di diversificare ricorrendo all’inserimento di titoli di stato sovrani di paesi differenti e con affidabilità diversa. In questo modo le perdite possibili sulle esposizioni più rischiose possono essere arginate dai guadagni sui titoli più sicuri.

Trading sui titoli di stato italiani

Da tutto quello che abbiamo messo in evidenza si deduce che l’acquisto di titoli di stato può dar luogo ad un guadagno consistente solo nel lungo periodo. I titoli a scadenza breve, infatti, sono in grado di garantire un rendimento molto più contenuto rispetto a quelli come minimo decennali. Il traders che è interessato a massimizzare nel più breve tempo possibile il suo capitale, non può essere chiaramente interessato ad un discorso di questo tipo che implica, tra le altre cose, anche la necessità di stare sempre aggiornati e, laddove questo non sia possibile, un costo per il pagamento del proprio consulente. A conti fatti, quindi, investire in titoli di stato poteva andare bene ad una famiglia (almeno fino a quando c’era la Lira) o può oggi andare bene ai cosiddetti istituzionali.

Certamente non va invece bene a chi punta a forme di investimento che possono essere altamente remunerative. Eppure c’è la possibilità di investire in bond riuscendo a strappare guadagni interessati. Questo scenario non passa però dalla Posta o dai normali circuiti ma delle piattaforme di trading online. Fare trading sui bond è oggi possibile grazie a specifici servizi in tal senso che sono forniti da alcuni broker. In pratica investire sui bond online da casa utilizzando le piattaforme sottostà alle stesse regole del normale trading sulle azioni, sul forex o sulle valute. Unica differenza rispetto a questo modo di fare trading oggi è rappresentata dalla scarsa diffusione del servizio. Sono infatti poche le piattaforme che permettono di scommettere sui titoli di stato e, purtroppo, nessuna di queste, è operativa per il mercato italiano.

Resta salva, ovviamente, la possibilità di fare trading attraverso i CFD su tanti altri mercati. Tra i broker che presentano l’offerta più vasta e raggiungibile da una sola piattaforma c’è eToro (clicca qui per leggere la recensione). Se vuoi imparare a fare trading con eToro su tanti mercati parti sempre dal conto demo.

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