Banca Monte dei Paschi di Siena e Cassa di Risparmio di Asti hanno raggiunto un accordo per chiudere la trattativa di cessione della quota del 60,4% di Biverbanca in possesso dell’istituto bancario senese. A Rocca Salimbeni hanno annunciato la chiusura dell’accordo senza confrontarsi con i sindacati su esternalizzazioni, esuberi e integrativo aziendale. Il presidente Alessandro Profumo e l’amministratore delegato Fabrizio Viola hanno definito la vendita di Biverbanca come un “tassello importante nel programma di cessione di asset previsto dal piano industriale”.
I due top manager della banca senese si sono detti convinti di poter raggiungere l’obiettivo della “riduzione strutturale dei costi”. Inoltre, sia Profumo che Viola sono certi di poter procedere con l’emissione di 3,4 miliardi di euro di Monti-bond entro fine anno, non appena rriverà l’ok da Bruxelles. Nel frattempo ieri la Fondazione Mps ha venduto una quota dell’1,4% di Banca Mps incassando 41,5 milioni di euro.
Grazie all’accordo con CrAsti non ci sarà alcuna scissione della quota del 2,1% detenuta da Biverbanca in Bankitalia. Sarà invece integrato il prezzo della transazione fino a 100 milioni, purchè nei dieci anni successivi al closing sia possibile procedere con la valorizzazione della partecipazione e inserirla nel patrimonio di vigilanza.
Se queste condizioni si verificheranno in tre anni, l’integrazione di prezzo potrà essere sostituita con il trasferimento di quote del pacchetto Bankitalia. La mossa di Rocca Salimbeni permette all’istituto di incassare tra 200 e 300 milioni di euro e di liberarsi del costo di ben 700 dipendenti. Ieri il titolo Banca Mps è salito di oltre il 3%, mentre stamattina perde lo 0,65% a 0,231 euro.
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