Da una recente indagine effettuata dai portali Mutui.it e Facile.it su oltre 6mila richieste di mutuo e relative concessioni tra gennaio e agosto 2013, in Italia soltanto il 5,3% dei mutui sul 12,3% delle domande pervenute viene concesso a coloro che sono titolari di una partita Iva. Complice il protrarsi della crisi economica e la difficoltà di inserirsi nel mondo del lavoro, molti giovani (e non solo) sono “costretti” a tentare la strada del lavoro autonomo spinti dall’esigenza di lavorare. In Italia ormai si contano più di 3 milioni di possessori di partita Iva.
Si tratta soprattutto di imprenditori, piccoli o di media dimensione, ma anche di lavoratori precari e coloro che hanno abbandonato il lavoro in azienda a causa di licenziamenti o scadenze di contratti a tempo determinato. Coloro che riescono ad ottenere l’erogazione del mutuo è perché sono disposti a finanziare solo una piccola parte del valore dell’immobile.
Dall’indagine emerge che il valore degli immobili acquistati dai titolari di partita Iva è in media più alto rispetto a quello finanziato con il classico mutuo destinati ai lavoratori con busta paga: circa 300.000 euro. Questo dato è molto significativo perché mostra come alla fine il mutuo viene concesso per lo più a quegli imprenditori con partita iva che hanno grosse disponibilità finanziarie.
In base alla ricerca di Mutui.it e di Facile.it, nel 71% dei casi relativi al mutuo richiesto dai possessori di partita Iva con 123mila euro si finanzia il 40% del valore dell’immobile. La durata media del mutuo che si riesce a ottenere è di 20 anni, ma è interessante il dato del richiedente: 44 anni. Ciò vuol dire che chi accede al mutuo, pur avendo la partita Iva, deve aver messo da parte un bel gruzzoletto.