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L’aula del Senato ha approvato il cosiddetto “Italicum“, ovvero il disegno di legge predisposto dal premier Matteo Renzi e che prevede un nuovo sistema elettorale per l’Italia. Il documento torna ora alla Camera per il via libera definitivo, che il governo spera di ottenere entro aprile. L’approvazione di ieri è stata possibile grazie a ben 184 voti favorevoli, espressi dalla maggioranza del governo e da Forza Italia, mentre 66 sono stati i voti contrari e 2 gli astenuti. Al voto, tuttavia, non hanno partecipato, in segno di dissenso, circa 1/4 dei senatori di Pd e centrodestra. Il voti contrari sono invece arrivati da M5s, Lega Nord e Sel.

Ma cosa prevede il nuovo sistema elettorale che ora la Camera si appresta a votare? Nella predisposizione di questo nuovo sistema elettorale è stato preso spunto dal sistema elettorale attualmente previsto in Spagna. Si tratta in poche parole di un sistema proporzionale, dove il numero di seggi viene assegnato in modo proporzionale in base al numero di voti ricevuti, effettuando il calcolo su base nazionale anzichè provinciale, questo al fine soprattutto di favorire i piccoli partiti e dare spazio anche a loro. Tuttavia, al contempo, per evitare la proliferazione di un eccessivo numero di piccoli partiti, è stata prevista una soglia di sbarramento, in base alla quale al riparto parteciperanno solo le liste che hanno ottenuto almeno il 3% dei voti. Qualora a non superare la soglia di sbarramento dovesse essere un partito che fa parte della coalizione che è riuscita ad ottenere il premio di maggioranza, i suoi voti saranno utili al raggiungimento del premio, pur essendo comunque questo escluso dal riparto dei seggi, redistribuiti dunque agli altri partiti della coalizione.

E’ inoltre prevista una modifica del numero delle circoscrizioni, in particolare si passerebbe dalle attuali 27 a 100 di dimensioni minori, ovvero collegi di circa 600.000 abitanti ciascuno. Dopo la bocciatura della Corte Costituzionale, sono state nuovamente previste le preferenze, in particolare ciascun elettore potrà esprimerne due.

Al fine di garantire la governabilità, il disegno di legge elettorale di Matteo Renzi prevede il cosiddetto premio di maggioranza, assegnato alla lista che ottiene almeno il 40% dei voti e che comporta l’assegnazione di 340 seggi su 617, ovvero il 55% dei seggi. Nel caso in cui nessuno dovesse arrivare a raggiungere la soglia del 40%, scatterebbe un secondo turno elettorale per assegnare il premio di maggioranza e al quale avrebbero accesso solo le due liste più votate al primo turno.

Infine, riguardo alle candidature multiple, è prevista la possibilità per ciascun capolista di essere inserito in più liste, fino ad un massimo di 10 collegi elettorali.

 

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