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World Duty Free presenta il piano industriale ma scivola a Piazza Affari dove, nell’ultima seduta della settimana, chiude a 4,95% a 8,165 euro.  Il nuovo piano industriale per il triennio 2015-2017, inoltre, non convince neanche gli analisti delle banche d’affari che abbassano rating e target price del titolo.

Lo scorso 15 gennaio, il Consiglio di Amministrazione di World Duty Free ha approvato il budget di ottimizzazione per il triennio 2015-2017; come si legge nel comunicato stampa diffuso dal gruppo, il business plan è mirato a massimizzare il valore del portafoglio di concessioni esistenti, completare il processo di integrazione, migliorare la profittabilità delle attività spagnole ed espandere il giro d’affari negli Stati Uniti. I vertici del gruppo prevedono, in tre anni, una generazione di cassa netta cumulata di 587 milioni di euro e una significativa riduzione dell’indebitamento.

Eppure il piano industriale per il triennio 2015-2017 di World Duty Free non convince gli analisti delle principali banche d’affari: secondo gli esperti di Kepler Cheuvreux, ad esempio, gli obiettivi sono aggressivi a livello di ricavi, i margini sono modesti e la generazione di cassa, pur essendo buona, non fa attendere dividendi. Tutto ciò ha portato gli esperti di Kepler a tagliare le previsioni di ebitda 2015-2017 del 2-4% e di utile per azione del 13-16% e il rating da “hold” a “reduce”, pur  alzando il target price da 6,7 a 7 euro.

Anche Banca Akros ha abbassato il giudizio su World Duty Free: da “accumulate” a “hold”; come Kepler, anche Banca Akros ha alzato il prezzo obiettivo da 8,40 a 8,80 euro.

Secondo gli analisti di Banca Imi, il piano industriale di World Duty Free, dipende fortemente dal completamento del processo di integrazione, con il miglioramento del business spagnolo e lo sviluppo di quello negli Stati Uniti, in quanto questi genereranno 56 milioni di euro di ebitda cumulato entro il 2017. Per gli esperti della banca d’affari, l rating del titolo è “hold” e il target price pari a 8,10 euro.

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