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Giovedì prossimo Apple comunicherà i risultati finanziari del secondo trimestre fiscale e, secondo gli analisti, l’attenzione di Wall Street sarà concentrata soprattutto sulle conseguenze dei dazi imposti dall’amministrazione Trump. Le azioni Apple hanno registrato una leggera crescita nella giornata di venerdì, ma il clima rimane incerto.

Nuovi dazi e parziale esenzione

Secondo alcuni esperti, Apple potrebbe aver beneficiato nel trimestre di marzo di una corsa agli acquisti da parte dei consumatori preoccupati da possibili aumenti di prezzo legati ai dazi. Le stime di Wall Street prevedono per il secondo trimestre fiscale utili pari a 1,61 dollari per azione (+5% rispetto all’anno precedente) e ricavi di 94,08 miliardi di dollari (+4%).

Attualmente, le importazioni Apple dalla Cina sono soggette a un dazio del 20%. Tuttavia, grazie a una recente decisione della Casa Bianca dell’11 aprile, smartphone, PC e altri dispositivi elettronici sono stati esentati da un dazio reciproco del 125% che avrebbe potuto colpire duramente il settore.

Strategia di Apple: spostare la produzione in India

Per ridurre il rischio legato ai dazi e alle tensioni geopolitiche, Apple ha annunciato l’intenzione di spostare progressivamente la produzione di iPhone dalla Cina all’India. Secondo quanto riportato da Bloomberg e Financial Times, Apple punta a produrre tutti gli iPhone destinati al mercato USA in India entro la fine del 2026, mentre attualmente ne vende oltre 60 milioni all’anno negli Stati Uniti. L’obiettivo è raddoppiare la produzione indiana a oltre 80 milioni di unità all’anno, affidandosi a partner come Foxconn e Tata Electronics.

Tuttavia, come sottolinea Matt Bryson di Wedbush Securities, le fabbriche indiane sono meno efficienti rispetto a quelle cinesi, il che rende la transizione impegnativa anche se realizzabile.

Gli analisti sono pronti a scrutare le previsioni di Apple per il trimestre di giugno e per l’intero anno: l’eventuale aumento dei prezzi causato dai dazi potrebbe avere ripercussioni sulla domanda da parte dei consumatori.

Per il terzo trimestre fiscale, le previsioni degli analisti indicano utili per azione di 1,47 dollari (+5% su base annua) e vendite per 88,96 miliardi di dollari (+4%).

Il titolo Apple: segnali negativi e tagli dei target di prezzo

Nella giornata di venerdì, il titolo Apple è salito dello 0,4% chiudendo a quota 209,28 dollari, ma da inizio anno resta in calo del 16,4%. Dal punto di vista tecnico, la situazione appare delicata: il titolo è infatti sotto la media mobile a 50 e 200 giorni, e si è formato un “death cross” (quando la media a 50 giorni incrocia al ribasso quella a 200 giorni), spesso interpretato come un segnale di debolezza.

Negli ultimi giorni, tre importanti banche d’affari hanno tagliato il prezzo obiettivo su Apple: UBS ha abbassato il target a 240 dollari (da 250), mantenendo però la raccomandazione “buy”; Goldman Sachs lo ha ridotto a 256 dollari (da 259), sempre con giudizio “buy”; infine UBS ha portato il target a 210 dollari (da 236) e una valutazione “neutral”.

Brian White, analista di Monness Crespi Hardt, ha dichiarato: “Il maggiore motivo di preoccupazione per Apple rimane la guerra commerciale con la Cina. Anche nello scenario più favorevole, ci aspettiamo che i prezzi negli Stati Uniti aumentino e che la capacità produttiva continui a migrare fuori dalla Cina”. Nonostante tutto, White mantiene un giudizio “buy” con un target di 260 dollari.

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