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Il frazionamento di azioni è un’operazione attraverso la quale viene aumentato il numero di azioni in circolazione di una data società, trasformando un’azione di grosso taglio in più azioni di taglio minore. Le azioni già in circolazione, a seguito di tale frazionamento, vengono dunque sostituite da nuove azioni secondo un rapporto predefinito.

Nella maggior parte dei casi si ricorre a questa tipologia di operazione quando le azioni raggiungono una quotazione di Borsa considerata troppo elevata, poiché rende praticamente impossibile la loro acquisizione da parte di una vasta schiera di piccoli risparmiatori. Ad esempio, la società che intende dimezzare il valore di ciascuna sua azione provvederà a stabilire un rapporto di 2 a 1, assegnando così a ciascun azionista due azioni per ogni azione già posseduta, del valore ciascuna pari alla metà del valore delle azioni preesistenti.

Il frazionamento di azioni, dunque, rappresenta l’operazione opposta a quella del raggruppamento di azioni. In entrambi i casi si tratta di operazioni di razionalizzazione della struttura societaria che, comportando una modifica dell’atto costitutivo, devono necessariamente essere approvate dall’assemblea straordinaria.

A seguito di un’operazione di frazionamento, Borsa italiana provvede a calcolare il coefficiente di rettifica (K)  secondo la seguente formula:

Inoltre, i derivati su azioni soggette a frazionamento di capitale modificano sia i prezzi di esercizio (prezzi di chiusura giornalieri) che il lotto secondo le seguenti formule:

(rettifica dei prezzi di esercizio)

dove E (ex) è il prezzo di esercizio (prezzo di chiusura giornaliero) prima della rettifica e E (cum) il prezzo di esercizio (prezzo di chiusura giornaliero) dopo la rettifica.

(rettifica del lotto/numero di azioni sottostanti)

dove A (ex) è il numero di azioni sottostanti dopo la rettifica.

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