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A pochissimi giorni dall’esito delle elezioni politiche, che ha evidenziato una grave instabilità politica e un concreto rischio di ingovernabilità del Paese, gli investitori si trovano a dover fare i conti con la possibilità che i mesi a venire siano nuovamente caratterizzati da un forte rialzo dello spread, da un’eccessiva volatilità dei mercati finanziari e da rendimenti elevati dei titoli di Stato.

In uno scenario di questo tipo, dunque, è necessario giocare d’anticipo e tentare di mettere al sicuro i propri soldi. Per quanto riguarda i titoli di Stato, in particolar modo i Buoni del Tesoro Poliennali, in un articolo di oggi il Corriere della Sera sottolinea lo scarto esistente tra il 22 febbraio, ossia il venerdì prima delle elezioni, e il 26 febbraio, ossia il giorno successivo all’esito elettorale: il BTP decennale lo scorso venerdì costava 102 e rendeva il 4,48%, mentre ieri costava 100 e rendeva quasi il 4,9%.

Decisamente meno vistoso è la scarto sulle scadenze più brevi, ad esempio il BTP con scadenza 1 agosto 2014 venerdì scorso costava 103 e rendeva l’1,72%, mentre il 26 febbraio costava 102 e rendeva il 2,14%; il BTP con scadenza 15 aprile 2016 lo scorso venerdì costava 104 e rendeva il 2,43%, mentre ieri costava 102 e rendeva il 2,78%; il BTP con scadenza 1 settembre 2019 lo scorso venerdì costava 103 e rendeva il 3,66%, mentre ieri costava 101 e rendeva il 4,05%. Questo, ovviamente, perché i titoli che hanno scadenze più corte sono sempre meno rischiosi di quelli a lunga scadenza.

Per chi vuole investire in BTP, dunque, il consiglio degli esperti è quello di puntare sulle scadenze brevi, mentre per chi preferisce altri tipi di investimenti, anche solo per diversificare il portafoglio, sono consigliate obbligazioni in valute estere, quindi diverse dall’euro. Per quanto riguarda il mercato azionario, visto il crollo post elettorale il cosiglio è quello di rivedere le esposizioni troppo rischiose e magari comprare strumenti, come ad esempio gli Etf, che consentono di realizzare un guadagno quando gli indici scendono, in modo tale da riuscire a compensare l’eventuale perdita subita mediante investimenti “tradizionali”. Infine, per chi non si vuole spingere oltre la liquidità, ci sono i conti deposito, che per vincoli a 12 mesi arrivano ad offrire rendimenti intorno al 3%.

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
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