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Nel corso delle ultime settimane le principali Borse mondiali sono tornate dapprima a toccare e poi a superare i livelli del 2007, anno che ha preceduto l’inizio della grande crisi economica che ha messo in ginocchio i mercati azionari di tutto il mondo. A Wall Street, ad esempio, lo scorso 14 marzo l’indice Dow Jones, che raccoglie i 30 titoli più rappresentativi della Borsa di New York, ha toccato i 14.539 punti, oltrepassando quindi il suo massimo storico di 14.164 punti toccato il 9 ottobre del 2007.

Ma la situazione a Piazza Affari è ben diversa: l’indice FTSE Mib ha chiuso l’ultima seduta a 15.650 punti, contro i 44.364 punti del 18 maggio 2007. La situazione, secondo gli analisti, non è destinata a cambiare velocemente, soprattutto in considerazione del quadro di incertezza politica post-elezioni che incide negativamente sulla propensione agli investimenti in titoli azionari italiani e dell’introduzione della Tobin tax a partire da marzo 2013, che potrebbe rallentare ulteriormente i flussi di investimento.

Non mancano però titoli azionari quotati sul listino milanese che ad oggi viaggiano su livelli di gran lunga maggiori rispetto a quelli del 2007. Ad individuarli è stato CorrierEconomia, che ha stilato una sorta di classifica sulla base della differenza tra il valore dell’azione al 18 maggio 2007 e il valore attuale della stessa azione.

Ebbene, in cima alla classifica troviamo Tod’s (+77,8%), seguita da Campari (+53,3%), Luxottica (+46,8%), Pirelli & C. (+16,8%), Terna (+14,7%), Azimut (+10,6%) e Ansaldo (+7,0%). Per contro, tra i peggiori figurano Banca Mps (-93,80%), Banco Popolare (-93,60%), Unicredit (-90,40%), Banca Popolare di Milano (-88,20%), A2a (-85,40%), UBI Banca (-83,50%) e Mediaset (-81,10%).

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