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Come ampiamente atteso dagli analisti, l’Ipo Moncler si è rivelata un vero e proprio successo. L’operazione finalizzata allo sbarco a Piazza Affari della società produttrice dei famosi piumini si chiuderà alle 13:30 dell’11 dicembre prossimo, tuttavia si parla già di richieste che in soli tre giorni hanno coperto la domanda ben dodici volte.

Del resto il presidente Remo Ruffini nel corso dei roadshow ha promesso ai futuri azionisti della sua società una “congrua remunerazione”, con un payout in linea con quelle del settore. Niente male visto che nel corso dell’ultimo biennio il fatturato di Moncler è salito a un tasso composto medio annuo del 31,6%, con un cagr dell’ebitda del 33,5%. Per quanto riguarda il livello di indebitamento, è stato registrato al 30 settembre di quest’anno un calo a 242,3 milioni di euro dai 306,1 milioni del 30 settembre 2012,  mentre nel periodo compreso tra gennaio e settembre di quest’anno i ricavi sono cresciuti del 17,5% a 389 milioni di euro, l’ebitda da 99 a 114,7 milioni e l’utile neto da 44,4 a 52,4 milioni.

Anche in considerazione dell’interesse mostrato dagli investitori, gli analisti prevedono che lo sbarco a Piazza Affari di Moncler, previsto il 16 dicembre prossimo, potrebbe avvenire ad un prezzo per azione compreso nella parte alta della forchetta individuata dalle banche, ovvero compresa tra gli 8,75 euro e i 10,20 euro, per una valutazione complessiva del gruppo fino a 2,55 miliardi di euro, ovvero 12 volte l’ebitda previsto nel 2014.

Per quanto riguarda il flottante azionario, in caso di tutto esaurito potrà arrivare fino al 30,7%. In tal caso Eurazeo vedrà diluita la sua quota dal 45% al 23,33%, Carlyle dal 17,75% al 7,13% e il fondo Progressio Investimenti dal 4,99% all’1,26%. Tale riduzione, tuttavia, sarà solo l’inizio: come ha spiegato Marco De Benedetti, infatti, successivamente l’uscita dei fondi sarà “graduale” anche e soprattutto in considerazione dell’obiettivo di aumento del flottante.

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