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La settimana è stata movimentata per Nvidia (NVDA), con il titolo che ha vissuto forti oscillazioni mentre cresce la confusione sul suo futuro in Cina, proprio alla vigilia dell’attesissimo report sugli utili trimestrali previsto per mercoledì 27 agosto. Dopo alcuni giorni di flessione, il titolo Nvidia ha beneficiato del rally di mercato di venerdì, spinto dalle indiscrezioni su un possibile taglio dei tassi di interesse negli Stati Uniti. Le azioni hanno chiuso in rialzo dell’1,7% a 177,99 dollari, ma il bilancio settimanale resta negativo con una perdita complessiva dell’1,4%.

Le tensioni con Pechino e il nodo H20

Al centro delle incertezze c’è il destino del chip H20, sviluppato da Nvidia appositamente per il mercato cinese per rispettare le restrizioni all’export imposte dagli Stati Uniti. Secondo alcune indiscrezioni, la produzione sarebbe stata sospesa dopo che Pechino avrebbe invitato le aziende locali a non acquistarlo, scatenando nuove pressioni sul titolo. L’amministratore delegato Jensen Huang ha confermato di essere in trattativa con le autorità cinesi per risolvere le preoccupazioni legate alla sicurezza informatica e ai presunti “backdoor” presenti nei chip. Nvidia ha però smentito categoricamente queste accuse, dichiarando:

“La cybersecurity è fondamentale per noi. Nei nostri chip non esistono backdoor che permettano accessi remoti o controlli esterni. Gli utenti possono utilizzare l’H20 in totale sicurezza.”

Il gruppo ha inoltre precisato che sia Washington sia Pechino riconoscono che l’H20 non è un prodotto militare né destinato a infrastrutture governative. Tuttavia, la Cina sembra intenzionata a ridurre la dipendenza da chip americani per scopi strategici, mantenendo comunque aperta la porta all’uso commerciale dei processori Nvidia.

L’impatto sugli utili attesi e il peso della Cina

Nonostante le tensioni, gli analisti ritengono che la situazione in Cina non influenzerà significativamente i prossimi risultati trimestrali. Stacy Rasgon di Bernstein Research ha sottolineato che “nei numeri non c’è la Cina”, spiegando che la ripresa delle vendite dell’H20 annunciata a luglio arriva troppo tardi per incidere sui ricavi del trimestre fiscale in chiusura. Resta comunque alta l’incertezza sul futuro del colosso dei semiconduttori nel mercato cinese, soprattutto considerando il valore strategico dell’intelligenza artificiale e la forte domanda locale di chip ad alte prestazioni. Come ha dichiarato Rasgon:

“Non so se verranno vietati o meno, ma la domanda c’è. Le aziende cinesi che sviluppano AI vogliono le schede Nvidia. Se non potranno usarle, cosa compreranno?”

Bolla AI o consolidamento del mercato

Il titolo Nvidia è stato penalizzato anche dalle recenti dichiarazioni del CEO di OpenAI, Sam Altman, secondo cui gli investitori si stanno facendo prendere troppo dall’entusiasmo sull’AI. A ciò si è aggiunta la notizia che Meta starebbe congelando le assunzioni nel settore, alimentando i timori di una bolla tecnologica. Non tutti, però, condividono questa visione pessimistica. Rasgon ritiene che sia normale aspettarsi una fase di “digestione” in futuro, ma non imminente, sottolineando che i budget per l’espansione delle infrastrutture AI continuano a crescere.

Sulla stessa linea l’analista Dan Ives di Wedbush, che mantiene un approccio rialzista:

“Crediamo che i prossimi risultati di Nvidia saranno un catalizzatore positivo e dimostreranno che siamo solo all’inizio di una rivoluzione AI destinata a trasformare imprese e consumatori a livello globale.”

Prospettive per gli investitori

Con il report sugli utili alle porte e le tensioni con la Cina ancora irrisolte, il titolo Nvidia resta al centro dell’attenzione di Wall Street. Gli investitori guardano con interesse ai numeri che verranno presentati il 27 agosto, consapevoli che il mercato dei chip AI rappresenta una delle sfide più strategiche per i prossimi anni.

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